Oltre il catastrofismo

Oltre il catastrofismo

Giancarlo Paba

Giancarlo Paba

Non sono soddisfatto di come viene descritta la realtà delle città contemporanee.

Sento sempre la stessa descrizione: degrado crescente, città diventano invivibili.
È vero, le città sono di questa natura.

La vedo come il primo passo di un sistema lineare. Si vedono le cose che non vanno, costruisce un progetto e poi realizza analytical problem solving

Io ho una visione differente. Nasce dall'esperienza del gruppo INURA.
Visitavano le città e cercavano di vedere come si trasformano dall'interno. Non trovavano parti di città in cui non ci fossero energie in azione.

Comunità che mettono mano a forme locali.

Credo che una visione solo catastrofista del modo in cui le città sono suppone che la fase di cambiamento sia sempre in una seconda fase.

Io vedo la città in cui i processi di degrado e quelli di costruzione progrediscono insieme e si intrecciano.

Mi fa pensare anche a un'altra area di problemi: la resistenza della città.

C'è tendenza a concentrare l'analisi sul declino. C'è una specie di letteratura del declino (dello stato, dell'identità, della famiglia, della città...)

È più interessante vedere cosa si organizza NEL declino.

Vedere i processi di formazione dei nuovi modi di vivere.

Giancarlo Paba crede che questa narrazione del declino non riesca a cogliere ciò che nasce in questo declino


L'urbanista

Ho l'impressione che l'urbanista sia sempre cupo.
Recuperare una radice del nostro lavoro che è anticonformista, irrequieta, borderline, creativa.

Siamo qui per mettere al lavoro la nostra irrequietezza, non per guardare le carte, i GIS... quelli sono solo strumenti. Con quale finalità? Dare forma all'irrequietezza all'insoddisfazione: ciò che ci spinge a cambiare le cose.

C'è un carattere creativo e uno burocratico/accomodante.


Le pratiche - nel senso più elementare: assumere comportamenti per fare in modo che le cose accadano
La pratica è un'azione - ciò che la gente fa e insieme il motivo per cui lo fa

Far si che quello che avviene è l'esito delle pratiche e non avvenga per caso...

Le pratiche materiali sono i luoghi in cui sostantivo e procedurale possono potenzialmente lavorare insieme.

Non tutte le pratiche sono così virtuose: esempio orti urbani. Non tutti gli orti urbani sono efficaci. A volte sono solo esito di appropriazione di terreno in cui io cittadino privato voglio coltivare le mie cose.

Le pratiche sono efficienti se cambiano il mondo. Se raggiungono risultati. Se consentono miglioramenti. Se riescono a raggiungere traguardi prima inesistenti.