06 - Metodologie di analisi - ANASUT
06 - Metodologie di analisi - ANASUT
"La credenza che ci siano cose come la fisica, la biologia o l'archeologia e che questi campi di studio siano distinguibili dall'oggetto delle loro indagini, mi sembra un residuo del tempo in cui si credeva che una teoria dovesse procedere da una definizione del suo peculiare oggetto.
Ma tale oggetto, o specie di cose, non costituisce a mio avviso, una base per distinguere le discipline. Le discipline sono distinte, in parte, per ragioni storiche, per motivi di convenienza nell'amministrazione (si pensi alla organizzazione dell'insegnamento e degli impegni) e, in parte, perché le teorie che si costruiscono per risolvere i nostri problemi tendono ad accrescersi all'interno di sistemi unificati. Tuttavia, tutta questa classificazione, e le relative distinzioni, costituiscono una questione relativamente priva di importanza e superficiale. Noi non siamo studiosi di certe materie, bensì di problemi. E i problemi possono passare attraverso i confini di qualsiasi materia o disciplina"
Qual è il punto di partenza? Ritenerci ingegneri, oppure nasce dai problemi che dobbiamo investigare. Noi siamo risolutori di problemi.
[[Popper]] ci invita non tanto ad aderire ad uno sguardo conformato rispetto ad un unico campo di sapere ma ci invita ad attraversare diversi campi di sapere.
Studiamo problematiche e la complessità dell'oggetto di studio passa attraverso i confini di diverse discipline.
Morin identifica l'università come scuola del lutto. Ogni studente, entrando, viene invitato a concentrarsi su un sapere specifico, e si perde la visione globale che invece connette i diversi livelli di conoscenza.
In questo processo di frammentazione della conoscenza, ad ogni disciplina corrisponde un oggetto di studio. Ad ogni campo di sapere corrispondono delle specifiche metodologie di indagine.
È un impianto molto rigidamente formalizzato. Un impianto di cui noi stessi siamo protagonisti. È una scuola del lutto perché in questa scuola si apprende in maniera sbriciolata.
L'obiettivo nella conoscenza territoriale è quello di ricercare un metodo che rilevi e non nasconda i legami, le articolazioni, le connessioni, le complessità. Questo è un cammino potenzialmente più faticoso, perché si costruisce in divenire rispetto a una specifica tematica di ricerca. Sarebbe più semplice restare all'interno di uno specifico campo disciplinare. Produrremmo conoscenza interessante ma rimarrebbe un pezzo di conoscenza frammentato.
L'urbanistica è oggi un processo di istituzionalizzazione molto lungo nel tempo. Ha avuto fasi differenti. Negli ultimi tempi c'è un proliferare di metodi analitici di stampo quantitativo. Prima non era così. Si mescolava molto con altre materie: geografia, sociologia,...
Poi, come uniche modalità legittime di analisi del territorio, sono rimaste solo metodologie di carattere quantitativo.
La possibilità di trasgredire dei confini impone che questi confini debbano esistere. Le discipline esistono. Il percorso che Morin propone è un percorso a spirale.
Nel risolvere un problema mi rendo disponibile ad altri strumenti di indagine riferiti ad altre discipline.
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❗❗❗ COMPLETARE ❗❗❗ in che senso percorso a spirale.
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Metodologie qualitative
Metodologie di analisi sono basate su tutto ciò che non è quantificabile ma che risulta essere importante. La dimensione percettiva (ad es. la percezione di sicurezza di un luogo).
Il fatto di attribuire un valore ad alcune cose piuttosto che ad altre.
È una metodologia più attenta all'uomo, ai vissuti, alle specificità, ai significati, ai valori, agli scarti, all'invisibile, all'incertezza, all'imprevedibilità, alle differenze. Più attenta alla qualità dei fenomeni e delle relazioni.
Le metodologie qualitative interrogano la qualità dei fenomeni urbani.
Dimensione ermeneutica: scienza dell'interpretazione.
Metodologie quantitative
Il linguaggio delle metodologie quantitative è un linguaggio matematico.
Sono metodologie molto ingannevoli (tipo razionalità cartografica). I numeri apparentemente veicolano un mondo oggettivo. L'analisi quantitativa però deriva da soggetti che operano una serie di scelte.
Rapporto tra metodologie qualitative e quantitative
Il rapporto tra le due metodologie è qualcosa da investigare.
Esistono diversi atteggiamenti rispetto alle due metodologie.
- Un primo approccio è quello di ritenerle talmente distanti che non possono essere utilizzate contestualmente.
- Un ricercatore sarebbe costretto ad una scelta di campo all'inizio della ricerca
- Un altro approccio è quello di usare, a seconda degli obiettivi, diverse tipologie di indagine #OrtigianiDellaQualità Moltiplicare le metodologie in campo:
- Lo stesso oggetto di studio può essere osservato attraverso delle metodologie differenti. Se io aumento il numero delle metodologie, alla fine mi accosterò ad una conoscenza più precisa o più oggettiva, oppure no? No. Ottengo un'analisi più complessa, con più informazioni. Ma non diventa più oggettiva.
- È una domanda mal posta. Da un punto di vista sostanziale non esiste differenza tra metodologie quantitative e qualitative